Opel Frontera
La Frontera è il modello con cui la Opel ha presidiato il settore fuoristrada per una dozzina d’anni, tra il 1991 e il 2003. Sviluppata sulla base di un progetto origine Isuzu, la Frontera è stata venduta in due generazioni: il cambio di modello è avvenuto nel 1998. Entrambe le versioni erano declinate in due varianti di carrozzeria, corta e lunga, sempre caratterizzate da un telaio a longheroni. Le sospensioni si sono fatte via via più raffinate e in grado di adattarsi meglio a un impiego stradale: nei primi anni di produzione la sospensione posteriore a ponte rigido era addirittura abbinata alle balestre. La più diffusa sul mercato dell’usato è la seconda serie, che si distingue dalla progenitrice per le forme più morbide e moderne. In generale, la Frontera a passo corto, battezzata Sport, ha una sagoma a tre porte, mentre la seconda, chiamata Wagon, ha il passo lungo, dimensioni più importanti e cinque porte. Con simili caratteristiche, è chiaro come la versione compatta a quattro posti sia più adatta a un impiego dinamico e si destreggi meglio negli spazi stretti, tanto su strada quanto lontano dall’asfalto. La seconda ha invece una più spiccata vocazione turistica e familiare, con una maggior disponibilità di spazio a bordo e una superiore capacità di carico.
I MOTORI
Nel corso della sua carriera, la Opel Frontera ha montato diverse motorizzazioni, sia a benzina, sia a gasolio. La presenza più ricorrente negli annunci è quella del quattro cilindri 2.2 16V DTI da 116 CV, mentre gli altri turbodiesel più datati e di maggior cilindrata sono ormai rari. Quanto alle Frontera a benzina, il motore più comune è il due litri aspirato adottato anche da tante altre Opel, che qui fatica però a smuovere una massa importante, specie sulle salite più dure. Quasi introvabile è invece il V6 3.2 da 205 CV, che rende molto gradevole e vellutata la Frontera Wagon. La trazione integrale è di tipo inseribile. In condizioni normali, le ruote motrici sono quelle posteriori, ma per affrontare i tratti sterrati, innevati o ghiacciati, è possibile inviare coppia anche alle ruote anteriori, con una ripartizione 50:50. Il reparto trasmissione conta anche sul riduttore, che è di grande aiuto nel superare gli ostacoli e le pendenze più impegnative.
PRO E CONTRO
La Opel Frontera può essere per certi versi considerata una pioniera delle Suv dei giorni nostri. Rappresenta infatti uno dei tentativi più credibili compiuti in passato dai marchi generalisti europei di proporre un’auto totale, capace di destreggiarsi bene nell’off-road, ma sufficientemente confortevole e sicura per prestarsi bene anche a un impiego in prevalenza stradale. Considerata l’epoca in cui è stata prodotta, su asfalto la Frontera evidenzia discrete doti di tenuta e di stabilità. Se non fosse per la cronica lentezza dello sterzo, si presterebbe bene a essere guidata come una station wagon, fermi restando i limiti imposti dal baricentro alto e dalla gommatura specifica. Questa penalizza anche la frenata, che risulta poco incisiva, specie sulla versione lunga.
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I MOTORI
Nel corso della sua carriera, la Opel Frontera ha montato diverse motorizzazioni, sia a benzina, sia a gasolio. La presenza più ricorrente negli annunci è quella del quattro cilindri 2.2 16V DTI da 116 CV, mentre gli altri turbodiesel più datati e di maggior cilindrata sono ormai rari. Quanto alle Frontera a benzina, il motore più comune è il due litri aspirato adottato anche da tante altre Opel, che qui fatica però a smuovere una massa importante, specie sulle salite più dure. Quasi introvabile è invece il V6 3.2 da 205 CV, che rende molto gradevole e vellutata la Frontera Wagon. La trazione integrale è di tipo inseribile. In condizioni normali, le ruote motrici sono quelle posteriori, ma per affrontare i tratti sterrati, innevati o ghiacciati, è possibile inviare coppia anche alle ruote anteriori, con una ripartizione 50:50. Il reparto trasmissione conta anche sul riduttore, che è di grande aiuto nel superare gli ostacoli e le pendenze più impegnative.
PRO E CONTRO
La Opel Frontera può essere per certi versi considerata una pioniera delle Suv dei giorni nostri. Rappresenta infatti uno dei tentativi più credibili compiuti in passato dai marchi generalisti europei di proporre un’auto totale, capace di destreggiarsi bene nell’off-road, ma sufficientemente confortevole e sicura per prestarsi bene anche a un impiego in prevalenza stradale. Considerata l’epoca in cui è stata prodotta, su asfalto la Frontera evidenzia discrete doti di tenuta e di stabilità. Se non fosse per la cronica lentezza dello sterzo, si presterebbe bene a essere guidata come una station wagon, fermi restando i limiti imposti dal baricentro alto e dalla gommatura specifica. Questa penalizza anche la frenata, che risulta poco incisiva, specie sulla versione lunga.
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