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Dacia Spring

La Spring è la prima elettrica della Dacia e porta sul mercato dei veicoli a batteria la stessa filosofia low cost delle vetture a motore termico del marchio rumeno. Questo modello è costruito sulla base della piattaforma Cmf-A, sviluppata in origine per i mercati asiatici, e sfrutta componentistica ampiamente collaudata all’interno del Gruppo Renault. Lunga 373 cm, la Spring ha una spiccata vocazione urbana e un abitacolo minimalista. La sua essenzialità ricorda le utilitarie vecchia maniera e se da una parte può far storcere il naso a chi cerca un’elevata qualità della vita a bordo, dall’altra è coerente con la ricerca di un contenimento dei costi e dei pesi. Gli arredi sono comunque solidi e gli esemplari nell’allestimento più ricco sono dotati di un sistema multimediale con connettività Apple Car Play e AndroidAuto. La strumentazione digitale non regala grandi effetti speciali, ma mostra tutte le informazioni indispensabili nella guida.

I MOTORI
La Dacia Spring adotta un motore elettrico sincrono da 33 kW, pari a 45 CV, e 125 Nm di coppia, abbinato a un riduttore a rapporto fisso e alla trazione anteriore. Le prestazioni sono soltanto discrete: scatto da 0 a 100 in 19,1 secondi e velocità massima autolimitata a 125 km/h. A conti fatti, però, quando ci si sposta nel traffico cittadino, la Spring non fa alcuna fatica a restare al passo con gli altri mezzi, tanto che volendo si può anche selezionare la modalità di guida Eco, che riduce la potenza a 31 CV e impedisce di superare i 110 km/h per aumentare del 10% circa l’autonomia dichiarata, che è di 230 km nel ciclo misto Wltp e di 300 km abbondanti in ambito urbano, grazie a un pacco batterie da 27,4 kWh. Non è presente la funzione per aumentare il recupero dell’energia in frenata, che potrebbe migliorare le percorrenze. A proposito di ricarica, occorre tener presente che non tutti gli esemplari sono attrezzati per collegarsi alle colonnine rapide a corrente continua e ritornare in piena efficienza in tempi brevi.

PRO E CONTRO
La Dacia Spring punta a democratizzare la mobilità elettrica puntando sulla sua semplicità e sul contenimento dei costi. Lo si percepisce bene anche alla guida, che è quanto di più intuitivo e immediato si possa trovare: si gira la chiave, si gira il manopolone sistemato sul tunnel centrale su Drive e si accelera. In città, ci si muove con una certa disinvoltura, mentre il fatto che il motore sia poco performante si avverte sulle strade extraurbane, quando magari si cerca di compiere un sorpasso oppure quando si vorrebbe tenere una media prossima al limite di velocità in autostrada. Che la Spring nasca per un’altra tipologia d’impiego lo rivela anche il comportamento dinamico. Le sospensioni sono infatti molto morbide e lasciano spazio a un certo rollio (pur faticando a incassare i colpi secchi), mentre lo sterzo appare piuttosto vago e i freni non brillano per mordente.
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