Lancia Voyager
La Lancia Voyager è l’erede della Z e della Phedra, ma, a differenza delle antenate, non ha nelle vene sangue transalpino, bensì americano. Se le prime due monovolume Lancia erano infatti frutto di una collaborazione con il Gruppo PSA, la Voyager è invece gemella dell’omonima vettura prodotta dalla Chrysler. A Torino non si sono però limitati a un semplice copia-e-incolla, modificando, oltre al frontale e alla coda, anche la plancia e l’assetto, con la parte anteriore leggermente ribassata e una taratura più europea. Tipicamente yankee, in ogni caso, restano le dimensioni, con una lunghezza complessiva di ben 522 cm e un passo superiore ai tre metri, misure che nel Vecchio Continente sono più da minivan che non da monovolume. Che la Voyager appartenga proprio a questa categoria appare evidente una volta saliti a bordo, attraverso le classiche porte anteriori o quelle posteriori scorrevoli a comando elettrico. Grazie alla cura Lancia, fatta di materiali pregiati come pelle e legno, l’ambiente ricorda quasi quello di un jet executive, complice anche la presenza di due poltrone singole nella prima e nella seconda fila, mentre la terza prevede un divanetto a tre posti frazionato. Per fare spazio agli oggetti più ingombranti, entrambe le sue parti possono essere ripiegate e lo stesso si può fare anche con i due sedili della fila centrale: il sistema Stow ’n Go consente così di ricavare un piano di carico piatto e un volume utile di quasi quattro metri cubi.
I MOTORI
Sebbene sulla carta la Lancia Voyager sia stata prodotta anche con un motore V6 3.6 a benzina Pentastar, il mercato dell’usato è monopolizzato dagli esemplari turbodiesel. Dietro la stessa sigla 2.8 CRD si nascondono due varianti del quattro cilindri VM, da 163 o 177 CV. In ogni caso, si tratta di un’unità che si apprezza più per la regolarità che non per la grinta o l’erogazione vellutata. Il cambio è automatico a sei rapporti, ma la leva sistemata sulla plancia, accanto alla strumentazione, permette anche la selezione manuale delle marce.
PRO E CONTRO
La Lancia Voyager abbina finiture e dettagli raffinati di stampo “made in Italy” a un’abitabilità molto generosa, di scuola americana. La grande monovolume offre ai suoi occupanti una straordinaria quantità di spazio, che può essere tra l’altro sfruttato al meglio grazie a stipetti, portabottiglie e tavolini, che aumentano la praticità della vita a bordo. Anche la climatizzazione è molto curata, con tanto di bocchette sul padiglione per i posti posteriori. Nel complesso il confort di marcia è eccellente anche quando si viaggia in sette, con sospensioni regolate per assorbire al meglio le sconnessioni e un’efficace insonorizzazione, anche a velocità autostradale. La Voyager è una gran passista, che dà il meglio nei lunghi tragitti. In città, invece, la stazza complica un po’ le manovre, mentre tra le curve emerge molto sottosterzo, non sempre facile da contrastare. Qualche critica va anche ai freni, che fanno registrare spazi d’arresto lunghi e risentono della fatica nell’uso intenso.
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I MOTORI
Sebbene sulla carta la Lancia Voyager sia stata prodotta anche con un motore V6 3.6 a benzina Pentastar, il mercato dell’usato è monopolizzato dagli esemplari turbodiesel. Dietro la stessa sigla 2.8 CRD si nascondono due varianti del quattro cilindri VM, da 163 o 177 CV. In ogni caso, si tratta di un’unità che si apprezza più per la regolarità che non per la grinta o l’erogazione vellutata. Il cambio è automatico a sei rapporti, ma la leva sistemata sulla plancia, accanto alla strumentazione, permette anche la selezione manuale delle marce.
PRO E CONTRO
La Lancia Voyager abbina finiture e dettagli raffinati di stampo “made in Italy” a un’abitabilità molto generosa, di scuola americana. La grande monovolume offre ai suoi occupanti una straordinaria quantità di spazio, che può essere tra l’altro sfruttato al meglio grazie a stipetti, portabottiglie e tavolini, che aumentano la praticità della vita a bordo. Anche la climatizzazione è molto curata, con tanto di bocchette sul padiglione per i posti posteriori. Nel complesso il confort di marcia è eccellente anche quando si viaggia in sette, con sospensioni regolate per assorbire al meglio le sconnessioni e un’efficace insonorizzazione, anche a velocità autostradale. La Voyager è una gran passista, che dà il meglio nei lunghi tragitti. In città, invece, la stazza complica un po’ le manovre, mentre tra le curve emerge molto sottosterzo, non sempre facile da contrastare. Qualche critica va anche ai freni, che fanno registrare spazi d’arresto lunghi e risentono della fatica nell’uso intenso.
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