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Infiniti Qx70

La casa giapponese Infiniti ha scelto il nome QX70 per la seconda generazione della FX, a partire dal 2013, quando i vertici dell’azienda hanno deciso di rivedere il naming di tutta la gamma. La QX70 riprende quindi in buona sostanza i contenuti della progenitrice, che, pur senza raggiungere grandi volumi di vendita, ha saputo imporsi all’attenzione del mercato. A distinguerla è in particolare una carrozzeria atletica e muscolosa, lunga 487 cm, che appoggia su cerchi di notevole diametro. Sotto un padiglione spiovente e arcuato si trova un abitacolo che trasmette un’idea di buona qualità, con uno stile personale e tecnologico e con arredi razionali. I comandi sono funzionali e sempre a portata di mano. A prescindere dalla motorizzazione, le versioni disponibili sono due: GT, con una impostazione più lussuosa, e S, dal taglio più sportivo. Entrambe hanno varianti Premium, caratterizzate da una dotazione di serie più ricca.

I MOTORI
Pensata soprattutto per altri mercati, in particolare quelli americano e russo, l’Infiniti QX70 è stata proposta principalmente con una gamma di motori a benzina di grossa cilindrata, ovvero il V6 3.7 da 320 CV e il V8 5.0 da 390 CV, entrambi abbinati a un cambio automatico con funzione sequenziale a sette rapporti. A fare da best-seller della gamma è stato però un terzo motore, un turbodiesel V6 3.0 sviluppato all’interno dell’Alleanza Renault-Nissan. Questa unità ha monoblocco di ghisa, teste di alluminio e turbina a geometria variabile ed eroga 238 CV con una coppia massima di 550 Nm a soli 1750 giri. La trazione è affidata a un sistema di trazione integrale permanente in cui la frizione centrale ripartisce la coppia in base all’aderenza delle ruote, inviandone fino al 50% alle ruote anteriori e fino al 100% a quelle posteriori.

PRO E CONTRO
Si fa una certa fatica a catalogare l’Infiniti QX70 come un’autentica Suv. Linea, gommatura e raffinatezza fanno di lei più una berlinona sportiva rialzata che non una vettura dotata di una reale attitudine al fuoristrada. Il suo habitat naturale è la strada e lo dimostra trovando un buon compromesso tra confort e dinamismo. Una parte del merito va all'ottimo telaio e alle sospensioni anteriori con quadrilateri deformabili e posteriori con schema multilink. Gli esemplari di QX70 S equipaggiati con le ruote posteriori sterzanti e con l’assetto a controllo elettronico privilegiano invece il comportamento tra le curve a scapito dell’assorbimento delle buche. Promossi a pieni voti anche i freni, che garantiscono sempre spazi d’arresto contenuti. In rapporto agli ingombri esterni e all’ampiezza del passo, ben 289 cm, l’abitabilità non entusiasma. I centimetri non mancano, sia chiaro, ma l’impressione è che l’ambiente sia più raccolto e meno luminoso che su certe rivali. Anche il bagagliaio ha una capacità solo discreta, pari a 410 litri, una misura che limita un po’ la versatilità d’impiego. Il taglio delle lamiere penalizza inoltre la visibilità nella zona posteriore, ma la retrocamera e i sensori vengono comunque in aiuto al pilota in manovra.
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