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Citroën Méhari

La Méhari è una vettura lanciata dalla Citroën nel 1968 e rimasta in produzione per quasi vent’anni, fino al 1987. Di questo originale modello della Casa del Double Chevron sono stati costruiti nel complesso all’incirca 150.000 esemplari, oggi molto ambiti dai collezionisti di auto d’epoca e non solo. Anche se poco utilizzato, il nome per esteso dell’auto è Dyane 6 Méhari e ricordarlo aiuta a mettere a fuoco su che base meccanica sia realizzata questa Citroën. A proposito di appellativi, Méhari è il nome di una razza di dromedari. Tecnicamente la vettura è una cosiddetta spiaggina, un’auto dunque perfetta per andare in spiaggia e in generale per il tempo libero. Il suo progetto le regala tuttavia una versatilità insospettabile. La capote di tela, le porte amovibili e una zona posteriore configurabile in diverso modo permettono di utilizzarla anche come una berlina a quattro posti o come pick-up. I suoi principali elementi distintivi sono la semplicità generale e la carrozzeria di Abs ondulato, non verniciato ma colorato durante la fase di costruzione. Dotazioni ed equipaggiamento sono quanto di più scarno si possa immaginare. Gli aggiornamenti effettuati nel corso del tempo sono pochi. Soffermandosi su quelli principali, nel 1978 è stata modificata la calandra e sono stati introdotti freni anteriori a disco, mentre nel 1979 è cambiato il cruscotto, ereditato dalla Citroën LNA.

I MOTORI
Semplicità è la parola d’ordine anche sotto la carrozzeria della Citroën Méhari. Pur se con dimensioni più compatte, l’auto sfrutta telaio e motore della Dyane. Il propulsore, in particolare, è un bicilindrico raffreddato ad aria che eroga una potenza massima di circa trenta di cavalli. Si tratta di un valore modesto sulla carta, ma comunque adeguato al peso della Méhari, che a secco, senza conducente, è di soli 475 kg. Di derivazione Dyane sono anche le sospensioni, lo sterzo e il cambio manuale. A partire dal 1979, della Méhari è stata realizzata anche una versione 4x4, dotata di un differenziale bloccabile e di un diverso ponte posteriore. La trazione integrale può essere inserita tramite una prima leva, mentre una seconda comanda l’eventuale innesto delle marce ridotte.

PRO E CONTRO
La migliore qualità della Citroën Méhari è impalpabile ed è la sua simpatia travolgente. Entrando invece più nel concreto, il suo asso nella manica è la grande praticità, derivante proprio dalla essenzialità del progetto. La struttura aperta rende agevoli trasporti preclusi ad altri veicoli, mentre la grande leggerezza, la discreta altezza minima da terra e il buon lavoro delle sospensioni consentono di avventurarsi su sabbia e su terreni accidentati con una certa disinvoltura. Le stesse caratteristiche penalizzano invece l’utilizzo stradale. In poche parole, è impensabile giudicare la Méhari con un metro di valutazione normale riguardo alle prestazioni (assai modeste), al confort (si salva solo il molleggio) e soprattutto alla sicurezza di marcia. Questa Citroën va presa per quello che è, ovvero un oggetto iconico e sfizioso, da utilizzare senza troppe pretese e soprattutto senza avere alcuna fretta
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